Incontrarsi Attraverso il Movimento

Incontrarsi Attraverso il Movimento

Feldenkrais
Un’esperienza di aiuto e comunicazione. La demenza e il Metodo Feldenkrais®

Moshe Feldenkrais

Il Metodo Feldenkrais® prende il nome dal suo fondatore Moshe Feldenkrais (1904-1984). Dottore in fisica ed ingegneria, conseguì il dottorato alla Sorbona lavorando insieme al premio Nobel Juliot Curie. Nel 1936 fu il primo europeo a conseguire la cintura nera di judo, direttamente da Jigoro Kano, “padre” del judo moderno. 

Nel 1940 ebbe un grave incidente al ginocchio. I medici proposero al giovane Feldenkrais una delicata operazione con probabilità di successo del 50%, ma lui decise di non accettare. Iniziò invece ad osservare se stesso e gli altri, ad esplorare il proprio sistema motorio e a comprendere come gli esseri umani apprendono e sviluppano la propria capacità di movimento.

Studiò anatomia, kinesiologia, psicologia e combinò queste informazioni con le sue conoscenze di fisica, ingegneria e judo. Sorprendentemente, recuperò la capacità di camminare ed iniziò il lavoro della sua vita: aiutare gli altri a migliorare le proprie capacità funzionali e dare strumenti concreti per agire nella vita con grazia e dignità. 

Il Metodo Feldenkrais®

Per diventare insegnante Feldenkrais® certificato bisogna completare 800 ore di training in 4 anni di formazione. Questo percorso prevede l’esplorazione profonda delle dinamiche dell’apprendimento senso-motorio; al termine si acquisisce la capacità di insegnare agli altri come muoversi in modo più efficiente, creando nuove e utili abitudini di movimento.

Esistono due metodi di lavoro: le lezioni di gruppo (CAM) e le lezioni individuali (IF)

CAM: Consapevolezza Attraverso il Movimento®

Le lezioni di gruppo si chiamano “Consapevolezza Attraverso il Movimento®”: l’insegnate suggerisce sequenze di movimenti, in vari orientamenti nello spazio, in modo gentile così che il sistema nervoso sia libero di accettare nuove possibilità. Quando si lavora a gruppi l’insegnamento è verbale, non si mostra direttamente ma si permette ad ogni persona di esplorare la propria individualità. Non c’è un modello da copiare: si entra nel movimento seguendo le indicazioni e lì si incontra se stessi. 

Le lezioni Feldenkrais® partono sempre da una funzione, da qualche azione che comunemente facciamo, ad esempio girarsi da un lato all’altro. Durante la lezione questa azione viene decostruita nei movimenti che la compongono; tramite la ripetizione, questi movimenti diventano via via più chiari, più semplici. Al termine della lezione i movimenti ricompongono l’azione originale, che ora viene eseguita con maggiore consapevolezza e facilità.

Forse il miglior modo per spiegarlo è dimostrarlo. Facciamolo subito, mentre leggete questo stesso articolo!

  • Sedetevi comodi con le piante dei piedi bene appoggiate a terra, la schiena leggermente staccata dallo schienale.
  • Giratevi una volta da un lato e una volta dall’altro, con l’intenzione di guardare alla vostra destra e alla vostra sinistra e trovando un punto di riferimento visivo per ciascun lato: ci torneranno utili dopo.
  • Avrete notato che girare su uno dei due lati è stato più facile, e probabilmente vorrete migliorare l’altro. Invece… agiremo proprio su quello che è già risultato facile! (Rafforzare quello che c’è e non opporsi o correggere ciò che non va è l’approccio alla base del metodo)
  • Ora con una mano prendetevi il mento e con l’altra prendetevi il gomito; mantenendo una mano sul mento e l’altra sul gomito giratevi verso il lato più confortevole. Giratevi solo da quel lato! Fatelo alcune volte senza sforzo, senza raggiungere il limite, magari sorridendo! ☺
  • A questo punto ruotate ancora una volta, sempre dallo stesso lato, ma questa volta rimanete girati e ruotate solo gli occhi verso lo schermo. Fatelo alcune volte in modo leggero, facendo attenzione a muovere solo gli occhi mentre il resto rimane fermo, rivolto di lato.
  • Riportate infine tutto al centro, lasciate andare mento e gomito e girate verso il lato confortevole e sentite ora come va. Riuscite a ruotare più di prima? 
  • Provate ora a girarvi dall’altro lato e notate che, nonostante non abbiate fatto nulla da questa parte, il movimento è ora più fluido e ampio. Come è possibile?

Feldenkrais diceva: “Rendere l’impossibile possibile, il possibile facile e il facile elegante!”

IF : Integrazioni funzionali®. Racconto di un’esperienza nel campo della demenza.

Con le persone affette da demenze ci si trova nella situazione in cui seguire delle istruzioni verbali è una cosa impossibile. In questo caso il movimento passivo è l’opzione più efficace. Le “Integrazioni Funzionali®” sono delle lezioni individualizzate in cui la persona viene condotta, attraverso il tocco, in una serie di movimenti che si adattano ai suoi particolari bisogni.

Lavorando con Vanni, affetto da demenza da diversi anni, la prima cosa molto importante è stata quella di scegliere una posizione che riducesse la stimolazione del sistema nervoso e che gli permettesse di rilassarsi. Una volta invitato a distendersi sulla schiena, ho posizionato dei rulli sotto le sue ginocchia e dei sostegni sotto la sua testa. Questi sostegni danno alla persona la percezione di sentirsi sostenuta, permettendo ai muscoli di decontrarsi: così facendo è possibile avere accesso a molti più movimenti. 

Durante la seduta è stato necessario capire cosa per Vanni fosse facile fare e di conseguenza, come sempre si fa nel metodo Feldenkrais®, costruire la lezione in modo personalizzato. Ad esempio, sostenendo con le mie mani le sue spalle, alzavo le scapole sia per sentire se queste potevano muoversi, ed in quale direzione, sia per percepire se questo movimento si trasmetteva altrove (nelle coste, nella colonna, nel bacino, nelle anche). In seguito supportavo le coste muovendole in direzioni diverse, chiedendomi a cosa fosse maggiormente collegato questo movimento (ad esempio alle scapole, oppure allo sterno, o altro ancora). Proseguendo, giravo la sua testa da un lato all’altro, per vedere se il movimento coinvolgeva la colonna, e se sì fino a che punto.

Attraverso un tocco gentile ho potuto lavorare insieme a Vanni, per identificare i movimenti che seguiva con maggior piacere e come questi si trasmettessero alle altre parti del corpo. Attraverso le lezioni di  Integrazione Funzionale® si è potuta arricchire la gamma dei suoi movimenti, alcuni dolori sono spariti, ed è migliorato l’equilibrio e la qualità del sonno.

Nel Feldenkrais® si presta sempre attenzione alla relazione che c’è tra un movimento e un altro, non ci sono percorsi prestabiliti ma una continua ricerca ed esplorazione. Il tocco è delicato e pieno, e prevede un costante ascolto reciproco: ciò permette che si instauri, in maniera non verbale, una comunicazione.

Ho potuto sentire il suo piacere, espresso in un sospiro profondo a seguito di un cambio di posizione; ho sentito i suoi muscoli “lasciare andare” e finalmente rilassarsi mentre li supportavo con le mie mani; delle volte, accennando una parola rilassata come se volesse dirmi qualcosa, mi ha lasciato incredula.

Come si può comunicare con chi non può farlo più verbalmente? Cosa possiamo fare per aiutare le persone a connettersi con il mondo esterno? Come possiamo relazionarci con loro? Queste sono alcune delle domande che nascono quando siamo vicini a persone con problemi di demenza.

In base alla mia esperienza ritengo che dobbiamo veramente ascoltare in modo creativo la persona, cosa desidera e di cosa ha bisogno, e porci in questa ottica comunicativa fatta di movimenti gentili e rispettosi, di un sentire reciproco verso l’altro e verso se stessi. Il tocco permette di far sentire i propri confini e di metterci in relazione, è cosa antica che rimane in una memoria profonda che, anche in questi casi più estremi, può essere stimolata, aiutando la persona a ritrovare un pezzettino di sé.

Feldenkrais lavorò moltissimo con persone giovani e anziane colpite da disturbi di diversissimo tipo, anche molto gravi. Esistono video che documentano il suo lavoro e spesso sono usati da noi insegnanti, durante la nostra continua formazione, per osservare la tecnica e la grande creatività di Moshe Feldenkrais. La cosa che colpisce sempre, più di tutte, è la profonda e commovente comunicazione che si crea tra lui e la persona sul lettino.

Aiutare gli altri riconoscendone la dignità è una delle lezioni preziose che Moshe Feldenkrais ci ha dato. 

Vanni è stato un altro grande personale maestro, da cui ho imparato molto. Lui mi ha mostrato la potenza dei suoi dolcissimi gesti in preziosi momenti di vera comunicazione. 

Victoria Barbiani

È insegnante Feldenkrais® dal 2012, anno in cui completa il Corso di Formazione “Milano 6” con Mara Della Pergola, allieva diretta di Moshe Feldenkrais. Attraverso la formazione ha avuto modo di studiare con trainer internazionali di grande esperienza e con diversi approcci al Metodo.

Sviluppa la sua esperienza tenendo lezioni di gruppo di Consapevolezza Attraverso il Movimento® e lezioni individuali di Integrazione Funzionale®. Negli anni ha insegnato ad allievi di tutte le età, aiutandoli a scoprire la loro abitudine nel movimento, fornendo preziosi strumenti per affinare la percezione di sé e sviluppare nuove soluzioni per un movimento funzionale e sano. Ha lavorato anche con persone affette da demenze, disturbi dell’equilibrio e disabilità motorie invalidanti. 

www.feldenkraisfvg.it

victoria.barbiani@feldenkraisfvg.it

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