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Che cos’è il cohousing?

Il cohousing o coabitazione assistita, è una modalità assistenziale che riproduce la struttura di una famiglia. Può essere costituita da tre-quattro persone malate di demenza che vengono accudite da due-tre operatrici residenti e abitano assieme in un ambiente domestico protetto e attrezzato in modo funzionale per compensare le disabilità, ma soprattutto pervaso da calore umano e atmosfera serena. I familiari, pur non conviventi, partecipano attivamente alla cura dei propri cari e cooperano alla gestione della casa e delle varie attività proposte. Realtà di questo tipo consentono di mantenere il più a lungo possibile l’autonomia dei malati, riducono l’ansia, i momenti di isolamento, di apatia e di inattività e stimolano il permanere di relazioni sociali, il sentirsi ancora parte di una piccola comunità dove si viene accolti ed accettati.

Perché scegliere il Cohousing?

Innanzitutto perché è un metodo assistenziale focalizzato sulla persona più che sulla malattia. Infatti il malato di demenza, anche grave, rimane una persona, con una sua storia, con delle capacità residue e delle emozioni, che desidera essere accettato e compreso, sentirsi parte di una comunità, ed esprimere per quanto possibile la propria volontà nelle cose che lo riguardano.

L’accettazione non giudicante delle caratteristiche individuali, della libertà e della dignità dei malati, non solo è più rispettosa, ma aiuta a ridurre disturbi comportamentali e l’uso conseguente dei farmaci.

Il senso di appartenenza a un gruppo, che è stimolante e di rinforzo per tutti, visto che l’uomo è un animale sociale, è terapeutico in particolar modo per persone che vedono sgretolarsi i propri ricordi, le proprie relazioni, le proprie competenze e perdono progressivamente i propri punti di riferimento. Inoltre nella coabitazione aumentano le possibilità di realizzare attività occupazionali e di animazione, che tengano conto delle preferenze degli ospiti e del livello di stimolazione ottimale per le loro capacità, che va adeguato alla malattia in continua evoluzione.

Gli studi dimostrano che anche l’ambiente fisico ha una grande importanza terapeutica e condiziona il benessere, lo stato cognitivo ed emotivo. La coabitazione permette di individuare (se non di progettare e costruire) abitazioni che rispondano alle esigenze specifiche di questi malati, che non siano luoghi inospitali pericolosi, ma dotate di facilitazioni che compensano le disabilità e possono garantire il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale ed emotivo con le minori restrizioni possibili alla libertà individuale già progressivamente compromessa dalla malattia.

Infine il cohousing è una modalità assistenziale che ottimizza le risorse economiche delle famiglie.

Affrontare e sostenere l’impegno economico che la demenza comporta, infatti, può essere estremamente gravoso, ma diviene più sostenibile grazie alla condivisione delle spese, sia di gestione della casa che di assistenza. Questo consente alle famiglie di non investire solo sull’assistenza diretta alla persona, ma anche su quelle attività occupazionali e terapeutiche che contribuiscono al benessere dei malati.

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